Fabio Bacà - Benevolenza cosmica - Recensione di Giulia
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Cari amici di Caffè Corretto, ecco la quinta recensione di Giulia. Benevolenza cosmica di Fabio Bacà edito da Adelphi.
«Il mondo è uno strano posto, e formalizzarne con una cerimonia la presa d’atto è il primo dei rituali d’ingresso a cui sottoporrei ogni nuovo arrivato. Non c’è aspersione di acque battesimali che possa eguagliare l’impatto salvifico di questa certezza: la vita è una faccenda incomprensibile e nessuna religione, superstizione o legge fisica è in grado di spiegarne il significato.»
Kurt O’Reilly vive a Londra dove dirige l’Istituto Nazionale di Statistica. Da qualche mese si trova ad affrontare una serie di eventi troppo fortunati. La buona sorte lo perseguita e anche le situazioni più difficili si trasformano in occasioni vantaggiose. Niente seccature quotidiane, inspiegabili promozioni sul lavoro, i guadagni si moltiplicano e le donne restano ammaliate dalla sua presenza. Un numero eccessivo di eventi favorevoli, al di fuori di ogni previsione statistica. Kurt deve capire cosa ci sia all’origine di questa macchinazione, perché la vita lo sta privando del brivido dell’incertezza.
E se a un periodo prolungato di benevolenza cosmica corrispondesse uno altrettanto lungo di malasorte?
Per dare una spiegazione a quanto gli accade, Kurt chiamerà in causa la logica, la statistica, la religione e la filosofia.
«Il problema è che Dio, o l’Universo, o qualche altro potere impersonale ha deciso di esaudire tutti i miei desideri. Tutti. Compresi quelli che non mi sono mai nemmeno sognato di esprimere».
Istruzioni d’uso: individuare un luogo sicuro lontano da distrazioni, mettersi comodi con un dizionario alla mano, scegliere un buon vino e prepararsi a viaggiare con personaggi bizzarri in una metropoli caotica e scombinata.
Fabio Bacà, con il suo romanzo d’esordio in casa Adelphi, esplora una materia insondabile, regalando momenti di comicità e piacere estetico grazie a una scrittura creativa e raffinata.
Il libro, dal titolo evocativo, inizia all’interno di uno studio medico: un incipit in medias res che riesce bene! Dalle prime righe si capisce che il protagonista è acuto, intelligente, dotato di una fervida immaginazione e un’ottima dote osservativa, ma sopratutto è troppo fortunato.
Kurt O’Reilly è un personaggio originale ed è un personaggio che fa la storia: trasformando un fatto che potrebbe passare inosservato a molti nel motore della ricerca su cui si basa il romanzo. È una mente pensante e un corpo che agisce in modo del tutto imprevedibile. Kurt è abituato a trasformare i numeri in fatti attendibili, ma quello che gli sta capitando non rientra in nessuna statistica. È vittima di una fortuna talmente esagerata da non riuscire a goderne.
Se il protagonista del romanzo è un professionista dei numeri, il suo creatore è un maestro della parola. La scrittura di Fabio Bacà desta ammirazione: l’autore utilizza un linguaggio ricercato e una narrativa vivace creando immagini nuove e autentiche. La struttura e la trama del romanzo fanno il resto. Un groviglio di fatti improbabili e l’incontro con personaggi eccentrici mantengono alta l’attenzione svelando poco alla volta i retroscena della vita del protagonista. Il lettore viene trascinato in un vortice di eventi che solletica la curiosità di scoprire che cosa ancora può succedere. A finire l’opera ci pensano i dialoghi: arguti e pungenti.
Dietro l’ironia e la comicità di alcuni episodi c’è anche un dolore e temi importanti che lasciano spazio a una riflessione soggettiva su diversi aspetti della vita. Dietro la descrizione di una città caotica e disordinata c’è un sentimento di angoscia che tormenta il personaggio principale.
Di Kurt O’Reilly il lettore non deve invidiare la fortuna, ma la leggerezza.
Leggerezza è proprio la parola magica di questo romanzo: non solo per il modo in cui il protagonista affronta gli imprevisti, ma anche per come l’autore introduce determinati temi. Chi legge ha la possibilità di fare una scelta: lasciarsi sedurre dalla piacevolezza di una lettura serena e superficiale, a tratti comica, o approfondire riflessioni per nulla frivole.
«Anni fa avevo creduto di potermi assuefare a qualunque cosa (semplicemente imbozzolandola nella tela di ragno di un ostinato stoicismo, per poi applicarmi a scinderla in termini psichicamente digeribili e assimilarla pezzo per pezzo) solo perché mi ero abituato alla morte, almeno nei termini in cui ci si può abituare a una prospettiva così totalizzante.»
P.S. Ovviamente il consiglio di munirsi di un dizionario era uno scherzo. Ma se avete un quaderno su cui annotare frasi o parole, originali o desuete, è il momento buono per riempire molti spazi bianchi!
Complimenti Giulia! Vi invitiamo a seguirla sul suo sito laparolamagica.com